Cancro al seno, tutti i consigli su come prendere il sole

 

Abbiamo raccolto i consigli di dermatologi, oncologi e chirurghi per le donne che hanno subito un intervento per il tumore al seno. Per rispondere a tutti i dubbi più comuni

Tiziana Moriconi

Cancro al seno, tutti i consigli su come prendere il sole

L'esposizione al sole non è da demonizzare né da vietare, ma ci sono delle precauzioni da prendere. Questo vale per la popolazione generale, e a maggior ragione per una persona in cura per un tumore. Qui abbiamo raccolto i consigli di dermatologi, oncologi e chirurghi diretti alle donne che hanno subito un intervento per un tumore al seno.

 

Posso prendere il sole...

Se sono stata operata per un tumore al seno?

Risponde Alberto Luini, chirurgo senologo, co-direttore Programma Senologia dell'Istituto europeo di oncologia (IEO) e autore di Senonlosai, ebook che raccoglie le risposte alle domande più frequenti sulla salute del seno.

La regola è aspettare che la ferita sia ben consolidata: normalmente occorrono circa due mesi dall'intervento. In questo periodo, la raccomandazione è di evitare l’esposizione al sole, usando maglie coprenti (e non una qualsiasi maglietta, che non protegge completamente dai raggi). Una volta che la ferita è consolidata e dopo il consulto con il proprio medico, si può esporre la parte, ma per tempi limitati, nelle ore meno calde e usando creme solari con fattore protettivo alto (50+), avendo cura di riapplicarla dopo ogni bagno in mare. Ovviamente è controindicato esporre al sole o applicare una crema solare su una ferita che non sia del tutto guarita. Le radiazioni non aumentano il rischio di tumore al seno o di recidiva, ma quello di tumore alla pelle.

Se ho una protesi al seno?

Le precauzioni sono le stesse elencate sopra: bisogna attendere che la ferita sia guarita del tutto ed evitare assolutamente le scottature, che aumentano il rischio di tumore alla pelle. Per il resto, non esistono controindicazioni specifiche.

Consiglio. Nel caso si sia subita una dissezione ascellare, non è tanto il sole quanto l'intenso calore sul braccio che potrebbe aumentare il rischio di linfedema. Questa complicazione oggi si verifica molto di rado rispetto a venti anni fa: il consiglio è di evitare comunque di esporsi nelle ore più calde della giornata e di proteggere dal calore intenso il braccio corrispondente al seno operato.

Un'avvertenza per le fumatrici, che devono essere ancora più caute: la pelle di chi fuma è infatti molto più esposta a un invecchiamento precoce e a ogni tipo di rischio di infiammazione/infezione. Le complicanze post-chirurgiche sono molto più alte nelle fumatrici che nelle non fumatrici.

Se ho fatto la radioterapia?

Risponde Pucci Romano, docente di Dermatologia applicata alla Cosmetologia presso l'Università Cattolica “Sacro Cuore” di Roma, presidente Skineco (Associazione Internazionale di EcoDermatologia) e del Board Scientifico de Il Corpo ritrovato (Ricerca e studi per l'accudimento dermo-cosmetologico del paziente oncologico).

Per chi ha fatto radioterapia nell'anno in corso, la controindicazione è assoluta: la parte irradiata non può essere esposta al sole per un anno almeno dal termine delle sedute. Per esempio, se la radioterapia è terminata a gennaio, è consigliabile non esporre la parte irradiata al sole fino all'estate dell'anno seguente. Questo perché il tessuto irradiato rimane sensibilizzato per un lungo periodo di tempo, e l'infiammazione può riaccendersi anche a distanza di anni: bisogna stare sempre particolarmente attenti alle zone irradiate. Le lampade abbronzanti sono assolutamente controindicate, e non è vero che preparano la pelle al sole. In generale, il tessuto irradiato è a maggior rischio di sviluppare un tumore della pelle.

Un buon protettivo solare è il Dermasilk, un tessuto a base di fibrina di seta. Indossare un reggiseno in Dermasilk protegge e sfiamma.

Consiglio. Chi si sottopone alla radioterapia dovrebbe essere seguito anche da un punto di vista dermatologico. Si può infatti preparare la pelle al trattamento e limitare i danni: l’uso di prodotti dedicati immediatamente prima e subito dopo la radioterapia, dimezza gli effetti collaterali, in alcuni casi li evita completamente.

Uno dei consigli è assumere -  in accordo con il proprio medico oncologo - degli integratori (come i precursori dei carotenoidi) che possono contrastare anche lo stress ossidativo delle chemioterapie. Al contrario di altri tipi di integratori sul mercato, in questo caso esistono forti basi scientifiche a sostegno della loro efficacia. Quanto alle creme e ai detergenti da usare, i prodotti consigliati sono quelli che combattono la secchezza cutanea (o xerosi, che innesca la reazione infiammatoria) e che sono a base di grassi vegetali: karitè, germe di grano, jojoba, avocado (leggi l'approfondimento sui solari).

Se ho fatto la chemioterapia?

Risponde Annamaria Molino, medico oncologo, responsabile del gruppo Senologico Veronese dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Integrata di Verona.

Non esiste una risposta univoca, se non quella di consultarsi con il proprio oncologo. Alcuni dei farmaci utilizzati nelle terapie, come il fluorouracile, hanno infatti un effetto fotosensibilizzante. Per questo, pazienti che erano abituate a prendere il sole possono riportare scottature anche importanti per una banale esposizione. Molto dipende anche dal fototipo. Se i farmaci assunti sono fotosensibilizzanti, la raccomandazione generale è di non prendere il sole durante tutto il periodo della terapia e per due mesi dal suo termine. Per tutti, inoltre, valgono le 10 regole per prendere il sole del Ministero della Salute, che rispecchiano le indicazioni della Commissione europea e del Codice europeo contro il cancro.

Consiglio. Sia alcune chemioterapie sia la terapia anti-ormonale (che viene prescritta nella maggior parte delle donne con un tumore al seno) aumentano il rischio di osteoporosi. Per contrastarla, il sole può essere un ottimo alleato, se preso nelle giuste dosi e con criterio, perché aumenta la produzione della vitamina D, fondamentale per fissare il calcio nelle ossa. Attenzione però a non pensare che più si resta esposti più il nostro corpo produrrà questa vitamina: in molti casi è comunque necessario assumerla attraverso gli integratori.

Fonte: D. Repubblica